
12″ – Marine Parade
Personaggio al di là del bene e del male Adam Freeland, seminale anche nell’escapismo di genere, del quale è naturale testimonial, grazie all’appeal biondo-platino e alle vocazioni oblique, supportate da un talento fuori dal comune, da coraggio e fiuto per il nuovo. Lui ha scelto il non-purismo militante e certo non gliene vogliamo per questo (meglio piuttosto che la scena breaks nel complesso, nelle sue velocissime trasformazioni, sia infine più mobile, efficace e trasversale dei migliori che sulla questione purismo-non purismo per primi hanno fatto solo un sacco di chiacchiere cercando purtroppo i riflettori sbagliati). La forza della musica di genere, credo, risiede proprio nell’essere ‘di genere’. Difficile nel 2007 essere eclettici (altro che facendo pop o mellifua roba mainstream). Difficile, comunque, avere visibilità nel mercato generalista. Qualcuno come Freeland ci prova, anche se i risultati poi non gli danno troppa ragione. Questo per dire che rimpiangiamo la coerenza delle vecchie produzioni Marine Parade, che non ci entusiasmano più di tanto i vezzi indie-rock-breaks, che agli ammiccamenti pop-mainstream ed alle colonne sonore buone per CSI preferiamo ancora l’antica ‘nu skool’ di ‘Costal Breaks’. Eppure ogni volta ci sorprende il nostro Adamo TerraLibera, come un profeta teso al nuovo mondo, qui oltre alla bassosissima ed ipnotica title track, con altre due buone incisioni, ‘Where’s Your God Now?’, ennesima interpretazione rock-infused fratturata e acida, poi seguita da ‘Glowstick’ a 128 bpm, mistura di scansioni techy ed electro. In tanto estro, tuttavia, non si scorge una precisa direzione stilistica a far da guida: ad alcuni puo’ sembrare un bene, personalmente penso il contrario, sarebbe l’ora di far valere appartenenze differenti e rivendicare un approccio al dancefloor, alla club culture, di taglio assolutamente altro.