Ha l’Italia accidentalmente legalizzato il file-sharing di file audio? No, sinceramente non credo proprio che in Italia la nuova legge che disciplina le attivitá della Societá Italiana degli Autori ed Editori (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 9-2-2008) secondo quanto previsto dall’articolo 70, comma 1-bis, emendamento Folena-Luxuria, potrebbe portare ad una situazione nella quale si autorizza il file-sharing di mp3 protetti da diritti d’autore. È vero che nel comma in questione si legge: ‘È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, d’immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro’. Benissimo: è parso ad alcuni che il legislatore non si sia perfettamente reso conto che il termine ‘degradato’ è anche un termine tecnico, avendo un significato alquanto preciso (che comprende a pieno titolo anche i file mp3). Altri, nel comma firmato da Folena e Luxuria, hanno letto invece un tentativo che quanto meno cerchi di depotenziare ogni velleita’ persecutoria delle major, senza naturalmente legalizzare in maniera aperta le reti peer to peer. Sul problema delle libere utilizzazioni in rete, le affermazioni dell’ex ministro Folena sono improntate a sottolineare il tentativo d’apertura, che positivamente considera le valenze comunicative e ad uso pubblico di Internet. Questo, naturalmente, senza che in alcuna forma si parli di file-sharing e ben lontani da una situazione (si spera) di pericolosa anarchia legislativa. Per vizio d’eccesso di delega (previo l’ascolto necessario delle commissioni parlamentari), il rinvio ad un regolamento più chiaro e specifico pare il successivo e necessario atto di questa saga a dire il vero un po’ confusa. È stato ribadito dall’ex-ministro d’aver voluto con questo comma ‘creare un primo spazio libero online dalle pastoie del vecchio diritto d’autore’. Dichiarazione positiva negli intenti ma che nel mondo della rete non ha raccolto poi molti consensi (oltre all’estero suscitare i soliti commenti sulle ‘soluzioni all’italiana’). Non rimane che aspettare con curiosità la prevista modifica al decreto: si capirà finalmente come sarà risolta in pratica la questione. Ci pensate, se per effetto di una legge, forse non perfettamente congegnata, in Italia si potesse scaricare liberamente da ogni parte nel mondo qualsiasi file mp3, semmai giustificandolo con lo studio della storia della musica? Sarebbe geniale e tremendo al tempo stesso. Ma davvero tale ipotesi vi pare realistica?
