A Year After My First Digital Mixing

A Year After My First Digital Mixing

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare. Laptop e alimentatori in fiamme. Ho visto pixel balenare nel buio. Schermate blu della morte ripetersi senza sosta. Controller improvvisamente alieni. Migliaia di file scomparire in una frazione di secondo. E tutti quei momenti (e quei file) andranno perduti nel tempo. Come lacrime nella pioggia. Lacrime per la decisione di passare al mixing digitale: sembra una vita eppure è solo da un anno che ho intrapreso questa strada. Non si torna indietro, certo, ma non sono tutte rose e fiori. Quello della stabilità, per questi sistemi, messi a dura prova in esibizioni in tempo reale, rimane ancora uno dei problemi maggiori. E non è questione solo di sistema operativo, di ottimizzazione, di software e di funzionalità generale che non deve essere inficiata su computer affollati da troppe applicazioni. Ho visto crashare mac e pc, semmai per un semplice contatto di ciabatta, ho visto sputtanarsi per niente i driver della scheda audio, l’hard disk esterno diventare improvvisamente sordo, muto e cieco. Ho invidiato tutti i vj, la cui interazione live è poca cosa (diciamolo) se confrontata a quella di chi seleziona musica (basta un dvd a un vj e si risolve durante un qualsiasi blocco di sistema, perchè un salto nella coerenza d’immagini astratte in movimento non è percepito da nessuno mentre il venir meno, improvvisamente, di una precisa ritmica, d’una melodia, d’un fraseggio sonoro, fa sobbalzare chiunque ed è difficile, dopo, aver sufficiente freddezza per riprendere subito bene). Non ho mai più suonato in maniera completamente rilassata utilizzando un laptop, e questo puo’ anche starci, puo’ anche andare bene che ci sia tensione in una performance. Come in una gara sportiva nel mixing digitale bisogna essere sempre concentrati e attenti. Parlando in generale ci si auspica che l’integrazione dei differenti elementi (sopratutto scheda audio, controller, comuni sistemi operativi) migliori, mentre coerenza vuole che le software house adesso inizino a concentrarsi sull’essenziale, invece d’esordire con sempre più inutili ‘features’ allo scopo d’incantare il mercato, quando ancora bug e maldestre storture la fanno da padrone su gran parte dei programmi. Basta fare un giro per i forum dedicati al mixaggio digitale per rendersi conto di quali e quanti sono i problemi reali che affliggono i laptop dj, categoria ora osannata ora vituperata (e come diceva Andy Warhol delle hostess: ‘in fondo sono solo delle cameriere che lavorano su un aereo’ … ‘hanno dalla loro il fascino del nuovo, della contemporanietà, ma rimangono poi delle cameriere’ – bene anche noi, i laptop dj, siamo solo dei mischia-dischi che fanno un mestiere antico – il vinile è fisicamente smaterializzato ma è sempre nelle nostre sinapsi mentre l’attenzione adesso è tutta riposta sui sistemi).