Scordatevi di Elizabeth Berkley in ‘Show Girls‘ di Paul Verhoeven, ed anche della strabiliante Salma Hayek in ‘Dal Tramonto All’Alba’ di Quentin Tarantino. Nel nostro belpaese, troppo presi dalle movenze mozzafiato di codeste bellezze, a malapena connettiamo, facendo confusione su quale tipo di spettacolo – in realtà – si stia svolgendosotto i nostri occhi. C’è infatti da distinguere fra lap dance vera e propria ed altre forme artistiche correlate. In Italia – infatti – il termine è usato erroneamente, perchè per lap dance è da intende ‘solo’ la forma di ballo erotico nella quale la ballerina si trova in un ‘calibrato’ contatto fisico o a breve distanza con lo spettatore. La danza più ginnica, che prevede invece l’uso d’una pertica, viene – invece – universalmente classificata sotto la definizione di ‘pole dance’. Arte non semplice, che oltre a una certa avvenenza e sensualità, richiede muscoli ben allenati per evitare non improbabili cadute. A questo scopo e agli altri più nobili di sviluppare sapienza tecnica, movenze e conturbanti posture, sono nate negli ultimi tempi una miriade di scuole. Naturalmente anche sul web proliferano filmati e lezioni: alle nostre blogger, ad amiche e fidanzate, consigliamo questo ‘Pole dancing for beginners‘, e può sempre tornar utile anche questo ‘How to Pole Dance for Fitness‘. In forte crescita – anche in questo caso – la concorrenza asiatica, che si fa sentire, convertendo la milleniaria tradizione di ginnastica artistica cinese ad altre performance da esportazione. Non prendetela a male quindi, se in qualche locale di provincia, assieme a differenti etnie stangone – comunitarie ed extracomunitarie – troverà posto anche la nuova manovalanza cinese: son brave ed anche graziose. Non è questo l’effetto più terribile della globalizzazione.
