12″ – Wearhouse
Anteprima di quelle da brivido – uscirà solo in giugno – ‘Jack Da Ripper’, targata Wearhouse, produzione efficacemente clubbing, bassosa e tremolante, proprio non deve chiedere scusa del suo saltellare vizioso: ritmi, nell’original version, in maniera nervosa consumati sulla base d’effetti gommosi e straniti sample vocali. A 127 bpm, il remix ‘papi-papi’ denominato ‘Jacket Potato House’, buono come il tradizionale piatto britannico (uno dei pochi meritevoli d’essere cucinato anche da noi ‘chef’ italiani). Non certo da meno – anzi il mio preferito – il remix del patron Lee Mortimer, ondivago, sciccoso e ben compresso, tra digitali effetti e sguiscianti battiti, esempio perfetto del suono elettronico ad arte grasso e malsano, mutazione house (e non solo) alla quale decisamente applaudire. Incisioni da prenotare fin d’ora.
