Anarchy In The UK – Put People First

Anarchy In The UK

Si sta svolgendo in questi giorni a Londra (a partire dal 2 Aprile) il G-20, forum creato nel 1999, dopo una successione di crisi finanziarie, allo scopo di favorire l’internazionalità economica e la concertazione tenendo conto delle nuove economie in sviluppo. I rappresentanti dei paesi membri sono i ministri delle finanze ed i direttori – o governatori – delle banche centrali. Il G20 rappresenta i due terzi del commercio e della popolazione mondiale, oltre a più del 90% del PIL mondiale. Per chi volesse manifestare contro banchieri, produttori di armi o compagnie petrolifere, c’è solo l’imbarazzo della scelta – naturalmente – e questa – qui pubblicata – è solo una mappa delle manifestazioni ‘ufficiali’: molte altre se ne terranno più o meno ‘spontaneamente’, dopo quella del 28 marzo, che ha visto in piazza circa 35.000 persone. Sono stati più di 150 i gruppi organizzati – complessivamente – che si sono riuniti dietro lo striscione che ribadiva ‘Put People First’. Secondo la BBC, l’atmosfera è stata nei primi giorni quasi da Carnevale (Carnevale di chi?…dell’economia?…), ‘con bande musicali, giovani con i piercing e musica ad alto volume’. Dopo il raduno degli anarchici ad Hyde Park, all’insegna dello slogan ‘Anarchy in the Uk’, tenutosi il 28 Marzo, le altre manifestazione hanno visto nella giornata di mercoledì primo Aprile, alle ore 11.00 la riunione della rete ‘G20 Meltdown’, confluita poi alla sede della Banca di Inghilterra, alle ore 12.30 la marcia del gruppo ambientalista ‘Climate Camp’, indirizzata all’European Climate Exchange, la ‘borsa’ dove si possono acquistare quote di emissioni nocive in base agli accordi di Kyoto e alle ore 14.00 il raduno del gruppo pacifista ‘Stop The War Now’ davanti alla sede dell’ambasciata americana a Londra situata a Grosvenor Square. Non è finita, alle 16.00 si è tenuta anche l’apertura del G20 Alternativo nella sede della University of East London, nella zona dei Docks, in prossimità della sede del vertice. Nella giornata del 2 Aprile tutti i gruppi che contestano il G20, ambientalisti e pacifisti cercheranno infine di dirigersi con ogni mezzo verso lo ExCel Centre, la sede ufficiale del vertice nella zona dei Docks, a est della City. L’area sarà off limits e presidiata da migliaia di poliziotti e tiratori scelti. Obiettivo dei dimostranti è isolare la zona rossa con un gigantesco blocco di ghiaccio. Un’ondata di proteste ‘senza precedenti’, cosi’ la definisce la polizia di Londra, mentre su Internet il tam-tam assume toni parrossistici al grido di ‘devastiamo le banche’. Dati che non sono da ‘pesce d’aprile’: il governo politico della globalizzazione è definitivamente in rovina. Non basterà tenere in vita le sue strutture tecniche – come nel caso di questo G20 – semmai consigliando poi, come accade in Italia, di lavorare di più, di darsi da fare. Quella che è in crisi, come molti stanno sottolineando, è la fine della crescita, sottolineata da uno scollamento oramai inestricabile tra lavoro e reddito. C’è gente che lavora moltissimo e gente che non lavora per niente. Non è solo una bolla finanziaria è anche una bolla del lavoro, delle sensibilità, della vita sociale, affettiva e culturale. Che qualcuno si senta di far saltar all’aria anche altro – assieme alla sua vita – dovrebbe davvero iniziare a preoccupare: e non solo in senso poliziesco.