Pour Homme Intense – Beton Edition Parfum

Pour Homme Intense

Abbiamo da non molto ( nel post su Wicked Style del 14 Maggio 2009) reso testimonianza di come nel mondo della moda – soprattutto negli ultimi tempi – serpeggi un ambiguo ammiccamento verso certi immaginari di strada. Infatuazioni post-graffitiste ed urban-art, spesso condite da un’estetica piuttosto cruda e anticonformista. Niente di nuovo sotto il sole, qualcuno obietterà: è tipico per certe forme di comunicazione mainstream, il continuo capovolgimento di pulsioni e stili di vita, brandendo un landscape sensoriale che in realtà non è affatto di ‘prima mano’, materia rimodulata più spesso in pseudomagie che solo mercificano ogni anelito d’insubordinazione e comportamenti difformi. É il lavorio atto alla programmazione e costruzione di precisi ‘modelli’, la forza motrice per il quale lo stile, riversato nelle sembianze di beni di consumo è utilizzato come base concettuale di comunicazione. Astrazioni che si fanno interpreti dei mutamenti sociali in atto, influendo pesantemente sulle estetiche collettive e sugli immaginari di alcune classi sociali. Gli stessi ‘stili di vita’, che prima erano tutti conformati principalmente ad un estetica borghese, espressione di modi ben educati e forme ampiamente condivisibili, col passare del tempo sempre più acquisiscono tipizzazioni anche di nicchia, veicolando linguaggi, espressioni e contenuti ‘altri’. Non deve stupire – allora – se alla ‘leggiadria’, alla ‘raffinatezza’, metafore alquanto consuete per un profumo, vengano sostituite quelle ‘qualità’ che evocate invece da un materiale ‘grezzo’ come il cemento, risultano infine di certo atipiche in relazione ad un tale prodotto. Pur non entusiasmandoci, allora, per quanto e come si esibiscano certi ‘immaginativi’ intrecci di senso nelle nuove confezioni di L’Eau d’Issey (Miyake) pour Homme e di L’Eau d’Issey pour Homme Intense – se non commentando il tutto con un pizzico d’ironica malizia – bisogna riconoscere che finalmente, anche per i copywriter, la forma non segue più la funzione. Sulle rudi confezioni, letteralmente ‘sparate’ e avvolte del grigio composto polveroso in amalgama con una base solida di resina, fanno bella mostra i nomi dei due profumi, ben taggati a far capolino sopra la patina cementizia: richiamo che personalmente trovo risibile se associato all’idea d’una esuberanza ‘significante’ e metropolitana. Il cemento è duro e sporco come l’asfalto, ricorda degli operai che cadono dalle impalcature, degli appalti e della mafia, di rutti di birra e di sudore alla fine d’una massacrante giornata di lavoro. L’odoroso imprinting adesso è perlomeno controverso: sarà profumo solenne, o piuttosto “loffia” modernista!