Dicono che l’onda piena per i blog sia passata ma comunque ogni santo giorno che il sole tramonta ce ne sono 120.000 di nuovi. Sono queste le cifre secondo Technorati, che registra un certo decremento a partire da Luglio del 2006, quando il numero dei nuovi blog quotidiani si aggirava attorno le 175.000 unità. Quello che sembra evidente è una certa evoluzione del blogging, che in molti casi si è professionalizzato, attestandosi come un nuovo medium che viene rapidamente “assorbito” anche dalla comunicazione mainstream. Società di pubblicità online utilizzano i blog come un modo per fornire informazioni e far crescere il traffico online, anche quotidiani e magazine sfornano ancora nuovi blog, così come industrie e aziende. Il numero di blog professionali continua a crescere – insomma – anche se il tasso globale di crescita ha significativamente rallentato la sua corsa. Queste cifre chiaramente producono anche una consistente moria: milioni di persone che si sono cimentate nella pratica del blogging l’hanno abbandonata soltanto dopo pochi mesi, una volta passato l’hype che forse non aveva un reale scopo. Anche i social network e gli strumenti di microblogging hanno favorito questa solo parziale moria: sistemi che sono molto più semplici da gestire e che non richiedono un impegno troppo gravoso. Alla fine sarebbero 250 milioni le persone che potrebbero definirsi ex-blogger, ma poco importa, perché secondo uno studio del Gartner Blog Network molti utenti nemmeno si accorgono di quando un blog è oramai inattivo: i motori di ricerca infatti continuano senza sosta a mostrare nuovi contenuti e nuove informazioni. La gente continuerà a voler scoprire cosa c’è di nuovo e questo è esattamente quello che i blogger attivi continuano a fornire al loro pubblico.
