Vestax Pad One – XY Touch

Vestax Pad One

La Vestax è stata una delle case antesignane nel digital djing e – seppure in parte su un altro versante – continua adesso il suo impegno in fatto di controller, sfornando un nuovo ed interessante prodotto. Il Pad One è uno strumento anche integrabile nell’equipaggiamento da dj e da esibizioni live ma forse altrettanto adatto in uno studio di registrazione. Le dimensioni sono alquanto contenute (solo cm 30 x 11), tali da rendere questo controller davvero facile da trasportare. Il case del Pad One è in alluminio e garantisce resistenza e durata nel tempo, grazie ai 12 pad che possono essere assegnati a diversi effetti MIDI. Il valore di ciascuno di questi pad può essere visualizzato inoltre sul display digitale a 7 segmenti e i pulsanti – poi – hanno una risoluzione a 12 velocity e sono retroilluminati alla pressione. Pad One è dotato inoltre di controllo XY touch con una doppia funzione: può infatti funzionare come controller di espressione o come pulsante Tap Tempo per la sincronizzazione delle applicazioni direttamente dall’interfaccia. Insomma un piccolo controller con capacità e funzioni oltre la sua categoria, dotato – naturalmente – di connessione USB e plug&play. Non è necessaria alcuna installazione e può essere collegato tramite cavo direttamente al portatile. Chiaramente ispirato alla serie Korg Nano, dalla sua ha una robustezza maggiore: se qualcuno avesse tempo per degli assign che funzionino solo su gli effetti e i loop in Traktor Pro 2, potrebbe rappresentare una buona soluzione – grazie alla versatilità del controllo tattile XY – che vada a integrare i vecchi controller (tipo – ad esempio – proprio la Vestax VCI-100). Naturalmente tutto ciò se si utilizza Traktor, o Virtual DJ, o Ableton Live, perché se si utilizza ITCH Serato non è possibile, il vostro hardware e software sono mappati “function-to-function” e non è possibile aggiungere qualsiasi cosa che non è ufficiale ITCH hardware. L’impressione generale è quella di un controller professionale e attraente, che non sfigura affatto per utilizzo in qualsiasi club (ma vedi uno di cosa si deve andare a preoccupare). Meglio non immaginare il PAD-One – al contrario di come spesso è presentato – in performance sterili, preconfezionate, fredde e immutabili: routine che per lo più vivono giusto in funzione d’un video su YouTube. Noi preferiamo pensare al Pad One solo come ad un ulteriore strumento di controllo, utile per gestire sample efficaci, per avere controlli immediati sui loop, comandi che nella gestioni degli effetti possano permettere gesture touch: qualcosa che insomma renda ancora più articolati, spontanei e avvincenti i nostri dj-set, al di la di qualsiasi pseudo-mistica “purista”.