Urban Sports-Related Promotions

Urban Sports

Non è affatto vero che gli sport di strada nascano e vivano preferibilmente clandestini in zone di periferia. Il bike polo, l’urban golf, il city chase, l’ultimate frisbee, il parkour e quant’altro si sviluppano a macchia d’olio grazie al tam tam planetario di blog e forum sparsi in rete, conquistando platee sempre più vaste di attori-aficionados, nel moltiplicarsi delle crew e delle attitudini legate alle singole specialistiche discipline. È un proliferare di persone delle più svariate età ed estrazioni sociali che si riappropria di spazi pubblici, siano le piazze storiche milanesi del bike polo o i boulevard parigini, aree abbandonate o vecchi edifici industriali dismessi nell’est europa. È un modo nuovo di vivere la metropoli – nella sua accezione più ampia – che non a caso sta parecchio interessando anche quei brand che da sempre sono interessati all’evolversi di tendenze e nuovi stili di vita. “Ricche di contatti e opportunità, le città fungono da calamita, attirando flussi continui di talenti e innovazioni: Tokyo e New York, per esempio, hanno un PIL comparabile a quello di Canada o Spagna”. Non è un caso che proprio nelle metropoli proliferino anche le cosiddette “urban sport-related promotions”. La città insomma è ancora terreno di cultura del consumo: dietro ad ogni zona “liberata”, dietro ogni nuova forma di “riappropriazione”, non tardano a rispuntare i brand, che cannibalizzano l’environment spontaneo ai loro soliti scopi. Non a caso gli spazi urbani sono base per le campagne più audaci e intense, che vengono costantemente studiate, come nel caso di Popsop, magazine online che già a partire dal 2010 e poi nel 2011 ha passato in rassegna l’attività pubblicitaria dei maggiori global brands proprio allo scopo di “capire” come queste hanno incorporato le città nelle loro attività promozionali.