Pump The Volume – New York

Pump The Volume

Ogni tanto si scopre l’acqua fresca. Apprendiamo in un articolo di Eva Perasso pubblicato dal Corriere Della Sera che a New York il nuovo trucco dei bar per indurre a consumi maggiori sarebbe quello di passare musica ad alto volume. O meglio: questa cosa del volume altissimo funzionerebbe anche per ristoranti, locali notturni, palestre e negozi di abbigliamento. Più il volume sale e più la gente è invogliata al consumo. A dirlo sarebbero ricerche scientifiche ma per la verità le ricerche citate mettono in relazione solo i livelli dei volumi dei suoni e la velocità di masticazione o consumo dei drink (cosa che mi sembra ben differente e alquanto “normale” rispetto a una più azzardata e generalista relazione – tutta da provare – “volume dei suoni / consumo”). Sembra più plausibile in molti casi che la strategia adottata semplicemente serva a cercare d’attirare una clientela giovane. Insomma: le chiacchiere dei trentenni – per non parlare di quelli ancora più grandi – se le porta il vento: meglio orientarsi a una clientela dal fegato meno consumato, giovani che ingurgitano un drink dietro l’altro. Avrei fatto più fatica a capire il senso dell’articolo se avessi letto la notizia sul quotidiano stampato, per fortuna la segnalazione giornalistica m’è arrivata su Facebook, proprio accanto a una di “Illusione ottica di movimento!” e ad un’altra di “Giornalettismo”. Subito mi si è accesa la scintilla: se queste sono le nuove leve dell’informazione il mondo che ci aspetta non sarà certo migliore.