Vi ricordate quella nefasta subcultura italiana anni novanta che del ritorno delle sonorità jazz, funky e vintage aveva fatto la sua bandiera? Beh adesso sono un po’ invecchiati – il tempo passa per tutti – e molti di quegli incazzati e “ideologici” fomentatori di “trombette” hanno del tutto dimenticato le loro origini “puriste”: li ritrovateadesso che è passato anche il trend del lounge – dopo aver tanto strombazzato contro l’house – proprio nelle serate più deep e mielose, insulse e pasticciate da uno stilismo davvero risibile. Eppure c’è stato un tempo nel quale il culto del “rare groove” e del vinile d’antan dettava legge e pareva una figata pazzesca a molti (se poi quella sbornia di “musiche moderniste” andava complessivamente accrescendo il ritardo italiano rispetto alla contemporaneità e alla vera innovazione musicale poco importava ai suoi adepti). Quante pippe sui magici sixties, su 007, sulle giacchette a tre bottoni, sulle acconciature femminili come quelle di mammà quando si era davvero piccoli. Quante disquisizioni sul perfetto Martini cocktail citando in continuazione proprio il mitico James Bond. Il giocattolo si sarebbe rotto – questo era certo – e assieme a quelle pippe si sarebbe dissolto pure il resto, le pochissime cose meno frivole che quella “lettura” del clubbbing e delle subculture musicali portava con se. Personalmente credo che a fine anni novanta una possibilità ci sia stata di recuperare quella “tradizione”. Quella possibilità si chiamava breakbeat e veniva a sua volta dalle intuizioni di qualche anno precedenti, quelle dell’abstract hip hop di scuola Mo Wax per intenderci. Nessuno in Italia fra gli esponenti di spicco dell’acid-jazz e del nu-jazz colse la novità della cosa e continuarono a pascere nella loro pseudo-convinzione d’essere la bibbia in terra in fatto di cultura musicale, fino a poi sparire sommersi da altri trend e nuove efficaci puttanate e intuizioni di mercato. Rimangono adesso solo A.Skillz & Krafty Kuts a glorificare in terra d’albione i 50 anni di 007, con un mixing comprensivo di un VIDEO divertente e di gran qualità. Quasi ce ne dispiace: le ex “giacchette a tre bottoni” oltre che passé sono anche un poco ingrate.
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