Sono più di 1.000 le persone che vivono a Las Vegas nei labirinti sotterranei – e in gran parte allagati – di una specifica zona della metropoli. Accade a Las Vegas, ma sta accadendo in spazi similari anche a New York City e a Kansas City. Appena l’economia crolla, la povertà negli Stati Uniti esplode, colpendo le fasce più deboli della popolazione. Ci sono anche migliaia di persone che vivono nelle tendopoli, decine di migliaia che dormono nelle loro macchine e ci sono più di un milione di bambini che pur frequentando le scuole pubbliche la sera non hanno una casa dove poter tornare. Il governo federale dice che la recessione “è finita” e che “le cose stanno migliorando” ma ancora la povertà e i senza fissa dimora negli states continuano ad aumentare. Nelle gallerie di Las Vegas la vita è intrisa di liquori dozzinali e gli spazi troppo contigui impongono una totale perdita della privacy, spesso con vicini schizofrenici o tossici, travolti dalla vita e da tutto. Nel tunnel fa molto caldo d’estate, d’inverno fa molto freddo e spesso la gente che è lì soffre in maniera ricorrente la fame. Esiste oramai pure un termine specifico – mole people – per designare gli homeless che vivono nelle metropolitane, in stazioni sotterranee abbandonate o in spazi analoghi. La creazione di tale identità comporta di fatto che si siano anche formate piccole società simili alle tribù: gente che vive sottoterra per tutto l’anno e che pare abbia sviluppato proprie specifiche caratteristiche culturali. Non sappiamo a che categoria annettere questo post, lo metteremo fra gli hype e urban theory: altro che “decay porn” però, questo è “decay meat”.
Homeless People Living Underneath Las Vegas