The Blue Bra – Street Art In Egitto

C’era stata al Cairo – nell’Aprile di questo stesso anno – “Women on Walls” o WOW, una mostra di street art organizzata dall’egiziana Angie Balata e dalla giornalista svedese Mia Grondhal, sorta di summa della locale produzione graffitista che riuniva più di 30 artisti locali a ribadire quanto la presenza femminile fosse decisiva per le sorti di tutto un paese (e non solo). Il progetto coinvolse altre tre importanti città egiziane, Luxor, Mansoura e Alessandria, nella speranza che il messaggio a favore dell’empowerment femminile facesse breccia nel paese, in un’area geografica già scossa da una rivoluzione sociale di grande portata. In Egitto l’arte di strada è esplosa proprio durante le proteste del 2011 e i ritratti dei martiri della rivoluzione ancora oggi affollano in gran numero i muri della città. Eppure nulla sembra migliorato per quanto riguarda la condizione femminile: il fenomeno della violenza sulle donne è totalmente irrisolto ed è ancora in atto il criminale e scientifico tentativo di allontanare le donne dagli spazi pubblici e dalla politica. Quelli utilizzati – sono in molti ad affermarlo – sono precisi strumenti di tipo terroristico, che utilizzano la paura della violenza e della condanna sociale come armi di intimidazione. A poco – lo confermano le cronache di questi ultimi mesi – valgono le reazioni attiviste, pur indispensabili nel riportare le donne in piazza. Sui muri delle città – tuttavia – la narrazione dei tristi eventi della transizione egiziana legati al mondo femminile ancora continua a manifestarsi con espressiva immaginazione e congruità di contenuti politico-sociali.

 

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