The Bloody Beetroots – Hide

Vi avevamo appena segnalato qualche giorno fa – a proposito di Bob Cornelius Rifo – il primo estratto dell’album previsto per il 17 Settembre, “Out Of Sight”, singolo realizzato con la collaborazione dell’ex Beatles Paul McCartney. Ieri, ancora ad Agosto, su un “fornitissimo” sito di free download – al quale immaginiamo siano le stesse label a passare molte delle produzioni lì presenti, vista la ricorrenza di uscite mai censurate – ha già fatto capolino “Hide”, comprensivo di 15 differenti tracce, fra le quali naturalmente anche quella citata nel precedente paragrafo. Pure se il dj e produttore made in Bassano del Grappa ha scelto un artwork di copertina dal cipiglio un po’ “rankxeroxesque” (ci riferiamo al tragico eroe androide dei fumetti di Stefano Tamburini, Tanino Liberatore ed Andrea Pazienza) dobbiamo convenire sul fatto che il contenuto non è più “cattivissimo” e così rutilante come una volta, pur se la qualità produttiva e un un certo ingegno nel cut-upping non mancano. La maturità si dirà porta a una certa riflessione: e qui ce ne sono tanti di “pensieri” che girano intorno alla musica d’antan, tanto da virare molto verso il pop, in diverse miscelazioni stilistiche, rimembranti di ballad americane, di stilismi sexy e strappamutande e d’un certo disco retro-future appena energizzante. Del massimalismo electroide migliore rimane solo l’enfasi, adesso sposata a passaggi più mainstream ed EDM (nel senso delle maniere d’uno Steve Aoki o di tutta la melassa buona per un Ultra festival). Nel tripudio un po’ sdolcinato e rimembrante si salva “Rocksteady”, scritto a quattro mani con Gigi Barocco, incisione che starebbe bene in uno CSI: Crime Scene Investigation e altrettanto decisa ci sembra anche “Spank” con Tai e Bart B More. Inascoltabile invece il pezzo con Peter Frampton mentre quello con Penny Rimbaud dei Crass è per lo meno fascinoso e teatrale. Sembra questa la strategia dell’electronic dance music ultimissima, pezzoni pop o rock-tranceggianti alternati a qualcosa di battente che risvegli un poco dal sonno e riporti le mani in alto, come ad esempio in “The Source (Chaos & Confusion)”. Se si dovesse presentare questa musica a uno zombie ibernato nei passati 10 anni si avrebbero parecchie difficoltà nello spiegare che le elaborazioni sono frutto di tendenze nuovissime, approdo d’un evoluzione di talentuosi e urticanti rappresentanti d’una generazione indomabile e mobilissima. Se poi si mette mano a “Volevo Un Gatto Nero” e la si riscrive in funzione nu rave, diventa chiaro che siamo alla prese con la nemesi d’un genere. Dove tutto questo porti in prospettiva non ci è dato di comprendere.

 


The Bloody Beetroots Ft. Gigi Barocco – Volevo Un Gatto Nero (You Promised Me)

http://www.youtube.com/watch?v=Ct4XYlF0eg8

SBCR pres. The Bloody Beetroots “HIDE”

The Bloody Beetroots & Bart B More feat. TAI – Spank
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