Andrew Rafter, il fondatore e l’editor di Harder Blogger Faster, ha pubblicato un interessante articolo nel quale è preso di mira il produttore dubstep Skream, reo d’essere passato alla disco ma soprattutto di avere utilizzato pari-pari un sample construction kit dei Ghosts Of Venice, pratica non propriamente etica per una star di quel calibro, quando – in particolare – proprio in una recente intervista a Dj Mag l’autore anglosassone aveva specificatamente stigmatizzato l’importanza di suoni originali, ovvero il fatto preciso che nelle sue produzioni fossero assenti qualsivoglia sample. Non vorremmo fomentare il flame ma sentite le tracce voi stessi – appena accelerate e con l’aggiunta solo di vocal sbattuti sopra – soprattutto nel remix a firma Duke Dumont, che pure è stato benevolmente accolto: qualche domanda è da porsi, al di là che istintivamente uno sia propenso ad accogliere o rigettare un simile comportamento. Qualcuno nei commenti all’originario post, saggiamente ha fatto notare che l’unico problema è che Skream ha affermato di non usare sample: e la questione potrebbe chiudersi qui. Altri argomentano non senza altrettante ragioni che l’utilizzo di campioni non è il vero problema: il sampling è uno dei principali motivi per il quale esiste la musica house e questo è derivato a sua volta dalla cultura hip hop. La produzione musicale – tuttavia – non è come montare i mobili dell’Ikea, dovrebbe essere più un operazione di falegnameria vecchio stile, dove il duro lavoro non è fatto a priori e il tutto si riduce alla sommatoria di parti da altri già preparate. Poi in questo caso non si tratta solo di sample ma di un vero e proprio construction kit, utilizzo che da un ex giovane-maestro proprio non ci si aspetterebbe: mettete anche questo in conto ai Daft Punk, in fondo questa smania di disco nei versanti elettronici tutta dall’affermarsi di quella nefanda moda francesina sembra provenire.
Harder Blogger Faster – SkreamLOL
Skream – Rollercoaster Feat Sam Frank