Immaginate una metropoli europea – diciamo Parigi – priva di alcun cartellone pubblicitario. O – ancor meglio – immaginate quella stessa metropoli e le pubblicità sostituite con dei dipinti famosi. Come cambia l’immagine complessiva di città in un tal contesto? Sembra questa la chiave di lettura predominante data al lavoro di Etienne Lavie, street artist e fotografo che sembra prendere le mosse tuttavia dal presupposto che qualcuno abbia rubato “la sua pubblicità”, evitando ambiguamente d’esporsi in concettualizzazioni troppo esplicite e/o semplicistiche. Evidentemente la nostra assuefazione alla presenza pubblicitaria è così forte da aver bisogno di ulteriori ragioni di fronte alla sua assenza, invece semplicemente di gustare la bellezza degli ambienti appena “depurati” dalla mercificazione di cose e idee. Siamo abituati ad essere sommersi dalla pubblicità più virale e il consumo di qualcosa che è artisticamente e culturalmente coinvolgente di solito è confinato in spazi deputati. OMG, Who Stole My Ads dimostra che anche l’arte classica può tornare in strada, rendendo fruibile a tutti la sua bellezza. Etienne Lavie ci lascia liberi – nondimeno – d’interpretare come meglio ci aggrada una tale operazione, giocando sull’emozione d’un effetto spiazzante, controverso ma godibilissimo.