Una delle minchiate più notevoli partorite in odore di clubbing, musica elettronica e commercial è quella di questo The Experiment di Heineken. La teoria elaborata da non si sa quale masochista management pubblicitario è quella che ad un miglior dj corrisponda un giro inferiore di consumazioni al bar. A parte il fatto che se anche fosse vera una tale idiozia sarebbe da non propagandare, implicito invito per proprietari di locali e organizzatori a “spingere” pseudo-professionisti e musica di merda. Andrebbe – al contrario – invece spiegato a questi “espertoni” che più energia circola attorno la consolle e più la gente ha voglia di lasciarsi andare e contribuire costantemente ad alimentare questo particolare stato. Se poi la super star coinvolta è Armin Van Buuren – non a caso anche lui olandese come lo stesso celeberrimo brand di birra – viene da chiedersi se questi son scemi di loro o fanno finta. Non è un caso che in certe scene la propulsione infatti è spesso affidata ad altri “alimenti”, ben più pericolosi del luppolo o di generici alcolici. Non è un caso che proprio AVB sempre si dissoci dall’uso di certe sostanze, che si sa benissimo quanto circolino in ambito trance. Solo dopo un po’ di ricerche scopriamo che gli artefici di questo concept sono pubblicitari milanesi, che ci educono su quanto “il consumo responsabile renda il bere senza eccessi un comportamento cool e aspirazionale”. “Aspirazionale” avete detto – scatta fragorosa la risata – certo non potevate trovare un termine migliore.
Heineken | The Experiment
Armin Van Buuren