La nostra mancanza di simpatia per certi protagonisti e le scene di quella che fu la stagione della minimal techno è oramai di dominio pubblico. Con molti abbiamo “fatto pace”, ad esempio con la BPitch Control di Ellen Allien, etichetta che anche se lontana dai nostri specifici gusti sembra sincera nella rifondazione di un ambito techno-pop, opzione di mercato che ci sembra interessante e divulgativa, riferita al clubbing mainstream. Proviamo allora anche a parlare di Richie Hawtin, producer celeberrimo che adesso ha deciso d’investire un poco dei suoi soldi guadagnati con centinaia e centinaia di dj set in giro per il mondo (i più pagati dei quali probabilmente li ha fatti in Italia), lanciando ad Ibiza una sua boutique nel 2012 – l’ENTER – e affiancandoci una insolita produzione di “vino di riso”, insomma di sake. Detto fatto nacque l’ENTER.Sake e fa impressione adesso vedere Hawtin accompagnato dal suo avvocato e dai suoi consulenti-collaboratori girare per distillerie nipponiche spiegando che può essere lui l’ambassador globale d’un ubriachezza antica e biologica da dispensare anche alle nuove generazioni occidentali. Abbigliato come un Walter White Heisenberg fa capolino fra cisterne super-tecnologiche discettando tuttavia di antiche sapienze distillatorie. È come in musica insomma, gli ingredienti son sempre quelli ma organizzarli e renderli accattivanti ai più non è cosa da tutti. Questo va riconosciuto.
Richie Hawtin presents ENTER.Sake
Richie Hawtin – Enter Sake Week 01 (Space, Ibiza) – 03-07-2014