Dettagliati ambienti metropolitani, una città immaginaria che occhieggia all’estetica del ruin porn e all’idea dell’apocalisse. Lori Nix appartiene alla non consueta categoria dei così detti “fotografi di paesaggi finti” e trascorre mesi nella costruzione di complessi spazi prima di mettere mano agli scatti definitivi. Sfogliando il suo libro The City, edito da Decode Books, Lori Nix a qualcuno potrà sembrare anche troppo scenograficamente drammatica e teatrale nelle sue visioni, ad altri – al contrario – potrà sembrare anche troppo impregnata di cultura pop e facili ganci iconici. Comunque sia, il fascino delle immagini prodotte dalla fotografa statunitense è indubbio: cavalcherà pure l’eccitazione del disfacimento urbano, della nostalgia e dell’assenza ma aggiungendo di suo anche qualcosa di sintetico, di magistralmente posticcio e narrativo, interrogandosi sulla città al pari di qualsiasi importante opera di street art e portando il concept fotografico a un livello di fruizione più alta e condivisibile nelle distopie evocate.