Avevano già ampiamente stigmatizzato sul The Guardian quanto in Gran Bretagna una volta si potesse diventare un’eroe della working class. L’attore Stephen McGann – a proposito – ha bene spiegato in una intervista quanto sia difficile oggi, invece, per i giovani provenienti dai quartieri popolari, intraprendere carriere di successo nel mondo del cinema e della televisione. “La cultura popolare sta diventando sempre più gentrificata, non solo nell’elitario che è ancora dominante nelle cosiddette forme più intellettuali – come la lirica e la musica classica – ma anche nella deriva della società in generale verso il privilegio e l’esclusione”. La cultura pop in particolare – nessuno lo nega – ha sempre avuto i suoi eroi “borghesi”, anche in musica, seppure il drammatico aumento di una provenienza “posh” suggerisce che negli ultimi anni qualcosa è andato di traverso sul serio. “I privilegiati stanno prendendo piede nelle arti e senza la grinta la cultura pop è condannata”, questo afferma Stuart Maconie, radio dj e presentatore televisivo, scrittore, critico e giornalista, un’icona nel campo della pop music. Il mondo della cultura pop è cambiato radicalmente e gli ultimi epigoni di generazioni e storie meticciate, nella regola di almeno una certa compresenza di più estrazioni sociali all’interno dei nuovi movimenti musicali, si fermano agli anni dell’acid house e del primo e più autentico brit-pop. Quello che imperversa oggi è una cultura stagista e questo accade nella musica ma anche nel cinema, nel teatro, nel giornalismo e nella politica. Una cultura inzeppata da seminari, astruse specializzazioni e titoli a pagamento, spesso escludenti le persone provenienti da ambienti svantaggiati, al contempo sovra-alimentata da un esercito di ricchi bambocci paganti per accedere ai sacri mondi dove tutto apparentemente brilla.
John Lennon – Working Class Hero Official Video