Karel Goldbaum – Bagdad

Arriva dalla Cowshed Records, netlabel polacca di base a Varsavia, focalizzata su sonorità dark electronic, questa ultima prova di Karel Goldbaum, che nella intro grazie ad un lungo ed elaborato testo declamatorio fa sfoggio di freakkettonismo cyber mitteleuropeo (in principio era la parola – vibrazioni – inizio della creazione della materia. Deframmentazione del disco di stabilizzazione multidimensionale. Le vibrazioni fanno quark up, protoni, nuclei; e le loro oscillazioni producono la probabilità del nostro mondo). Siamo agli incroci far techno, goa, trance: territori per noi di non semplice frequentazione, dove facciamo molta fatica a gradire qualcosa. Eppure “Bagdad” non è male, produzione che non è sdolcinata né troppo melodica (solo verso il finale). Insomma, facciamo il possibile per farcela piacere ma la supponenza tutta ideologica di dover spiegare qualcosa del mondo impalpabile infine riesce a rendere la proposta alquanto prolissa e melensa, artefatta e assolutamente inutile al di fuori di quelli che sono gli specifici contesti dei fan del genere.

 

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