Sewer Child – Jen Tse

Non solo le metropoli capitaliste dell’occidente avanzato – vedi il nostro post su Las Vegas – segnalano la presenza di diseredati ed homeless in spazi residuali difficilmente controllabili o appositamente lasciati alla deriva dal potere politico-amministrativo. Anche il collasso dello pseudocomunismo di regime – parliamo di stati come la Romania, nel 1989 – ha lasciato simili effetti collaterali di povertà ed estremo degrado. A Bucarest – ad esempio – centinaia di bambini, perlopiù orfani o scappati da famiglie collassate è cresciuto nelle fogne cittadine, riparandosi dal freddo dove possibile, in tunnel che potevano essere abitati proprio perché vicini a condotti a vapore le cui perdite producevano un minimo di riscaldamento. La visuale offerta da Jen Tse è lucida, spietata, seppure nulla concede a sensazionalismi di sorta. Adesso i bambini sopravvissuti – i “figli della fogna di prima generazione” – sono oramai più che adulti e la serie di immagini scattate da Jen Tse bene documenta il quotidiano di questa umanità dimenticata che vive in un mondo sotterraneo, a malapena illuminato da torce improvvisate e candele, tra i topi e le pulci, la puzza d’escrementi, acque piovane e liquidi inenarrabili. Questa è la sola vita che questa gente abbia mai conosciuto – a Bucarest come a Los Angeles – e non sembra certo migliore delle nefandezze che spesso condanniamo come “barbarie” in altre civiltà da noi considerate meno progredite.

 

Sewer Child by Jen Tse

 

marius in the sewer

 

marius on the bed