Pongathon – The Social and Urban Ping Pong Movement

Non è certo cosa nuovissima che il tennistavolo sia uno sport assai popolare e neanche che nelle grandi metropoli – ad esempio a Berlino – si organizzino tornei poco convenzionali, in location molto urbane, con musica a palla e copiosa diffusione d’alcolici, oppure in serate stilose fuori dai normali circuiti (a New York nel locale di Susan Saradon o in altri ping pong bar, a Londra o a San Francisco). Adrian Leigh, l’agit-prop dietro il progetto Pongathon ha un passato come club promoter, band manager, pubblicista e booker: la sua concezione dell’evento è quella d’un luogo dove le persone possono ridere, ballare, imparare a giocare, socializzare con i loro amici, colleghi di lavoro o compagni di studio. Insomma, il ping pong come attività ludica totalmente inclusiva, che coinvolga tutti senza distinzione di abilità o di genere, partecipando e godendo del gioco fin dalla prima pallina colpita. Non è facile per uno sport tradizionale e acquisito in specifici contesti sfondare in ambiti controculturali (pensiamo ad esempio alla simile evoluzione dell’urban golf, del quale ci siamo pure occupati). La rinascita d’uno sport, che dal tradizionale Table Tennis muta in Urban Cool Ping Pong è stato l’inizio di una nuova generazione di giocatori socialmente frizzanti e appassionati. Naturalmente anche questa scena ha i suoi tornei ed eventi: ad esempio il Ping Pong Fight Club, che coinvolge i lavoratori di diverse start-up e si tiene a Shoreditch, forte – con più di 500 partecipanti – anche di una certa attenzione mediatica. Bar e locali hanno iniziato ad abbandonare i loro tavoli da biliardo a favore di tavoli da ping pong e il trend si è diffuso esponenzialmente anche in campus e luoghi di lavoro. Insomma un nuovo movimento sociale e urbano sta diffondendo il ping pong in tutta Europa e il progetto Pongathon è al centro di questa rivoluzione. Il ping pong per la prima volta sta forgiando la propria identità in un contesto subculturale e se l’esperienza di gioco e l’ambiente di partecipazione è parzialmente differente da quello degli street sport più affermati – pensiamo ad esempio a snowboard e surf – nel ping pong come nello skateboard è contemplata l’idea di un’arma da portare, la propria personale racchetta, con la quale dar vita a trick e a specifiche abilità. La citazione preferita di Adrian Leigh – rubata a Pico Lyer, un saggista e scrittore di origine indiana – è: “il ping pong è uno stile di vita, una formazione in attenzione, un diversivo, una passione folle e un modo di non prendere nulla di importante troppo sul serio mentre – al contrario – alcune piccole cose sono tremendamente prese sul serio”. Come non approvare incondizionatamente. Lunga vita al tennistavolo, ben venga l’urban ping pong.

 

Pongathon – The Social and Urban Ping Pong Movement

 

Pongathon: ping pong parties made for you!

 

Malin Pettersson vs Suchy Mieczyslaw Table Tennis Match