Una nuova uscita di Michel Amato – aka The Hacker – è sempre un evento, soprattutto se come in questo caso è assai corposa, con otto tracce, tutte original version, dispensate in doppio vinile e a 45rpm per una maggior qualità del suono e versatilità di mixaggio. Il titolo, Le Théâtre des Opérations, è la citazione di una rivista metafisica curata da Maurice G Dantec, sceneggiatore di fantascienza canadese, ma al tempo stesso un rimando alla passione di The Hacker per la techno e la cultura dei synth analogici. Lo diciamo subito: è una sola la traccia vocale, che vede la collaborazione di Miss Kittin, “Time X”, ed è stupenda, scura e viziosa, nel malsano solco delle migliori produzioni della coppia, anche se è l’intero album – a nostro avviso – ad essere speciale, urticante, crudo e sotterraneo electro d’annata, nella scia del dna musicale di Michael, illuminato dalle cellule seminali di Front 242, Jeff Mills, Dopplereffekt e Drexciya. Assolutamente un album da avere, proporre e conservare.