In guisa techno alla Subsist Records chiamano Wlack, già apprezzato insieme a Joaquin Ruiz ed altri sulla Chapter Records e poi da solo sulla Tulz e MFM. Il suono è ipnotico, montante, assai ritmico, nella prima traccia in scaletta “Wavtab”, poi seguita da “Hall The Time”, che è più sintetica, compatta e con venature space. “Bad Sleep” è fonda ma trillante, incalza e con poche variazioni riesce ad agganciare bene la crowd. Insomma, sono dieci le tracce presentate nel complesso e non mancano proposte maggiormente acidognole, ad esempio “G1” o alquanto energetiche, come la successiva “Nineties Line”. Non vi è dubbio: il materiale non scarseggia, dategli un ascolto e non ve ne pentirete.