Sobbalziamo (di gioia) quando vediamo arrivare un’uscita della Zone e in questo caso la soddisfazione è doppia se all’original version di Black Light Smoke s’aggiunge un remix del nostro Alessandro Adriani. Si parte con l’original version e title track, produzione nella quale campeggia una batteria piuttosto pesante unitamente a sintetizzatori analogici e alla stessa voce del maestro chicagoano trapiantato a New York. Tuto funziona alla perfezione e il brano è veramente sostanza electro contemporanea d’altissimo livello. Subito a ruota c’è “Earthquake”, un altro pezzo assolutamente da non sottovalutare e il cui utilizzo in pista non può che essere fecondo nel giusto contesto di genere. “Machines Don’t Love” è più cupo e come negli altri due brani l’utilizzo della voce non è secondario, ulteriore prova del talento di questo produttore. Anche “Nailed To The Ground” spinge in maniera viziosa e aggiungendo vocal femminili, completando il poker d’original version nella maniera più tendenziosa possibile. Last but not least c’è il remix del boss della Mannequin Records, che dal cespo ha scelto “Machines Don’t Love” trasformandola in una sbalorditiva traccia ebm, pulsante e reattiva. Non c’è niente da fare, in campo electro la Zone ha veramente una marcia in più.