Ve lo diciamo subito: questo è un disco veramente impressivo e benissimo apparecchiato dal giovane parigino Kuss, non a caso arruolato da un’etichetta di pregio come la Skryptöm che già aveva pubblicato i suoi Wires EP e Collapsing Ideas. Rush Hour ,adesso, è ancora più potente ed energetico dei precedenti e ci conquista già dalla prima traccia, “Outbreak”, una cavalcata techno ipnotica e parecchio corrosiva. Nella successiva “Panic” l’ambientazione è assai space e il flusso pulsante, inarrestabile e modernissimo. “Artificial Serenety” è altrettanto incalzante e nervosa, filante e coinvolgente, così come “Light In Sight” che prosegue su un crinale fra vitalismo e stilizzazione. Bonus track “Light In Sight (Derivative Of The Uncouncious Rework)”, divagazione più autorale e fantasticata, dalla lentissima intro che poi evolve in uno stranissimo prog rock, a dimostrazione che le corde musicali e l’approccio di questo autore nascondano una complessa personalità.