Terence Fixmer – Shifting Signals

È sempre un evento un album di Terence Fixmer e non fa certo eccezione questo Shifting Signals per Mute, opera corposa che assomma ben dodici tracce, excursus techno magistrale, di grande qualità e potenza, al quale il transalpino ci ha già abituato ma che adesso si tinge d’una maturità indomita e quindi sostanziale, confermando una vocazione che non era frutto di mode passeggere. Subito “Matiere Noire” è un inno astratto e ipnotico e le melodie di “Synthetic Mind” svettano siderali, nostalgiche e velatamente space. “Corne De Brume” è invece violenta e venale, mentre “No Latitude For Errors” rilancia passaggi un po’ elegiaci e con citazioni d’antan voltate in salsa cyber. “Automaton” è una gemma techno dalle venature electro-industrial e “Reset” un’esplosione di suoni gommosi e iper-cinetici, assolutamente futuribili e romantici. Anche “Roar Machines” s’imprime senza grandi sforzi, facendo leva su un riff ipnotico, abrasivo e criminale mentre la successiva “Oracle” annette suggestioni più ambientali e intimiste. “The Passage” è secca, millimetrica e brutale, così come “The Way I See You” continua sulla scia di trasalimenti arrembanti, sciabolate elettroniche e vocal tendenziosi. Con “Step To The Edge” la materia si fa ancora più contorta e sintetica, prima di chiudere con “Desertic”, un ode serafica, minimalistica e ispirata.

 

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