Roel Dijcks, aka Ekman, con pubblicazioni su etichette come Panzerkreuz, Bedouin, Berceuse Heroique, Cultivated Electronics e Shipwrec, è assolutamente ascrivibile a quella generazione di produttori che connette il classico suono electro della costa occidentale olandese con la techno più o meno oltranzista. La prima parte di questo The Strange Vice of Ekman, pubblicato da Crème Organization, inizia con un elegiaco, scuro e ipnotico “Masters of the Vortex”, un gran pezzo sci-fi per una intro da dj set cavilloso e sperimentale. Si continua con “A Way Home”, che conferma certe vocazioni ambientali del maestro di Roermond, pur in un impianto ritmico corposo ma un po’ dondolante. “How Deep the Grooves” è pure fascinosa nelle atmosfere, che volgono un po’ cimiteriali e liquidiformi, mentre nell’ottima “Out of the Mouth of the Dragon” sono i vocal a spiccare dando peso a scansioni d’un electro contemporaneo e vizioso. “Witching World ” forse del cespo è la più robusta e compatta, mentre con “Lord of 1000” si ritorna su un’impostazione da intro siderale e notturna. Last but not least è “The Mirror Maze” a chiudere la partita i maniera ancora ossessiva e spettrale.