C’era sfuggito questo futuristico progetto electro di Przemek Kuduk (Robodrum) e Ben Evans (The Droid) che ci trasporta di colpo nell’anno 2050, quando l’umanità sta crollando ed è invasa da un’entità anonima chiamata Robodroid. La missione del Robodroid è porre fine alla civiltà così come la conosciamo e la narrazione anche musicalmente è tutta distopica, con i bassi a palla, cesure cibernetiche e vocal robotici fin dal primo original mix, “From the Future”, per poi continuare in “The Future Of Mankind” in maniera altrettanto inorganica e incombente. La qualità è da crème de la crème di questo ambito stilistico anche in “Program The Future”, una bombazza electro di oltre sei minuti. Ieratica nei vocal, spezzata nelle ritmiche e dardeggiante in tutti i suoi trattamenti, con “Enter the Future” si chiude con le versioni della casa e il brano successivo – il primo remix – è affidato al maestro transalpino Maelstrom, che si applica su “The Future Of Mankind” trasformandolo in una produzione ancora più ultraterrena, notturna e depravatamente dondolante. Chiude Dexorcist che invece riadatta “Enter the Future” rimanendo nell’orbita d’un electro più contemporaneo che retromane, il cui compito non troppo dissimulato è solo quello di far di nuovo concorrenza alla techno.