Ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando Adriano Canzian ha debuttato con il suo primo singolo “Macho Boy” per la International Deejay Gigolo di Dj Hell. Era il 2003 e la sbornia electroclash era ancora in atto, con l’etichetta berlinese che cercava di spremere tutto quello che poteva in ambito electro (e non solo). Sono stati anni importanti perché comunque alla Gigolo si continuava – anche se in maniera stilisticamente assai differente – quanto iniziato quasi in contemporanea alla Big Beat Boutique, ovvero ribaltare la dance elettronica trasportandola in territori meno anonimi e penitenziali, rendendo obsoleto il flusso indistinto che passava nei club e sfornando dei pezzi comunque “riconoscibili” da un pubblico più vasto. Insomma, la narrazione “intorno” alla dance elettronica era tornata ad essere legata ad una “storia” o ad un “personaggio” e Adriano Canzian a questo scopo era perfetto e lo è ancora oggi, perchè pur con lentezza ma inesorabilmente, dopo molte pause, ha ripreso a distillare l’essenziale della sua musica, e cioè atmosfere ossessive, parossistiche, fascinazioni industriali e ruvidità noise-ravey. Sono cinque le tracce presentate, più tre come bonus sul cd autografato in vendita su Bandcamp, che la milanese 51 Records benissimo ha fatto a pubblicare, perché questo è materiale pulsante, che suscita trasalimenti, che è efficace nell’attivare reattività e irrequietezza. L’uscita è di maggio e già se ne preannuncia un’altra a conferma del fatto che Canzian è in grande forma.