Alla 1605 si mettono d’impegno per sfornare hit festivaliere da pubblico generalista, anche se come ci ricordava William Burroughs, realizzare un bestseller non è proprio operazione così scontata. Innanzitutto in musica c’è tutto un genere di cose che il gran pubblico non vuol proprio ascoltare, sequenze troppo sperimentali, avventurose e che in qualche modo danno vita a una sorta di straniamento. La formula allora – al contrario – prevede per Sam Wolfe cassa dritta, drittissima, synth enfatici e vocal ammiccanti, all’unisono con citazioni rave anni novanta per “Machine Driven”, mentre “Hold On” è ancora più evocativa, inneggiante e persuasiva. Non è cosa nostra ma dobbiamo ammettere che sono produzioni fatte benissimo.