Alla Warehouse Manifesto, etichetta londinese dedita principalmente all’electro ma a suo agio anche con altre contaminazioni tecnoidi, arriva il duo transalpino degli Human Rebellion, che apparecchia cinque original version e chiama Robodrum, ovvero Przemek Kuduk e Ben Evans, per un remix sull’ultima traccia in scaletta, “Modern Slavery”, un concentrato di ritmi abrasivi e vocal de-umanizzati che nella nuova versione è ancora più oscuro, malsano e automatizzato. Del cespo è la title track, “Unmatrixed”, a fare da battistrada, nervosa e insinuante, con la giusta dose di retromania, dispensata fra sequenze comunque assai reattive. “Hypersonic Weapons” – tuttavia – non è da meno, con il suo gancio nevrastenico-ossessivo, pure incrementato da ottimi vocal, così come “Telepathic Groove”, che pure è rutilante, cadenzato e insistente. “Unstable Energy” – anche – non si discosta dai precedenti sintetici apparecchiamenti, risultando nel complesso assai ben calibrata e coinvolgente.