Le pulsioni stradaiole di Neil Landstrumm e il suo amore per la cultura di strada trovano spesso soluzioni molto differenti, spaziando in una miriade di sottogeneri e proposte, complice anche la sua Scandinavia Works e adesso un nuovo compagno di merende, l’inglese Brain Rays. Allora si parte subito con la titolo track “Crush”, un concentrato di gusto da b-boys, con ottimi vocal e un andamento saltellante ed electroide. Anche la successiva “Free King” risalta frizzante e rotta, più ipnotica, acida e bassosa, con influenze un po’ space e distopiche atmosfere, mentre “The Janet Moz” ha un gancio più stonato, anche in questo caso ultra-basso e con una sua street credibility. Si chiude con “Physique”, dove è la parte “techno” a prendere il sopravvento con un riff ossessivo comunque accompagnato da vocal che sono il derivato delle stesse insane passioni per un suono metropolitano e meticciato.