Alla Tripalium sono degli amabili scioccati che mettono assieme esperienze le più disparate all’insegna di un aspro sperimentalismo, qui tinto di coloriture electro-techno, sul lato A con i due fratelli D’Arcangelo, sul lato B con il danese Karsten Pflum. Il gancio con i D’Arcangelo è subito mentaloide e con pseudo-melodie cibernetiche in “Gawain”, fracico di ritmiche rotte e strane tastiere in “Walker Two”, mentre “MAC101” è ancora forte il rapporto elegiaco-dissonante, evidentemente un marchio di fabbrica per il la coppia consanguinea. È più sgommata, nello stile di casa, “Hornfish Acid”, con battute spezzate e cambi repentini, prima di chiudere con “Aroe Acid” a conferma evidentemente che “c’è del marcio in Danimarca” e si sente senza alcun dubbio nonostante le arie anche ambientali che vengono sovrapposte al resto.