Il berlinese Vergil apparecchia una self release veramente interessante, imbastendo sonorità techno subito dal gusto space e con vocal ieratici, ai quali s’aggiungono battute dritte e ipnotiche in “Dunes”, doppiate poi in “Vela Pulsar” con altrettanto crude sequenze sintetiche. “Sentinel” del cespo è quella con più marcati inserimenti atmosferici, anche se in contrasto le ritmiche s’imprimono altrettanto sostenute, coadiuvate da ulteriori sonorità metalliche e un po’ cosmiche. Si chiude la partita con “Ether”, straziante e millimetrica, techno profonda ad altissimo dirottamento neuronale.