Labyrinthine – II-V

A marchio. Utter, label inglese fondata nel 2011 da Alex Egan, è la volta adesso di Labyrinthine che sforna ben undici produzioni, tutte piuttosto brevi e caratterizzate da un electro alquanto sperimentale e nervoso, venato da atmosfere cupe e a tratti inquietanti. Non sappiamo chi si nasconda dietro il moniker Labyrinthine, evidentemente un produttore che tiene a mantenere un alone di mistero intorno al progetto, le cui n tracce, tutte intitolate con termini latini, evocano sensazioni perturbanti, grazie anche all’uso di suoni industriali, distorsioni e ritmi oblqui. Da segnalare in particolare sono “Integumento Labyrinthum”, con i suoi echi magnetici e sinistri, “Oculos Tenebrarum” e il finale “Nematode”, più cupo e claustrofobico. Nel complesso, un lavoro che richiede più ascolti per essere apprezzato pienamente, ma che offre uno sguardo affascinante su territori sonori alieni e inospitali.

 

  • Labyrinthine – II-V
  •