Polytunnel – The Word For World Is Forest

È un electro estremamente stilizzato e neo-fusion quello che apparecchia Peter Lawlor, aka Polytunnel, alla Alien Communications, album registrato a Glasgow e comprensivo di nove tracce, fondamentalmente electro classico, ispirato a Detroit, con lievi accenni techno e house. Il titolo è un esplicito omaggio all’omonima novella di Ursula K. Le Guin, scrittrice di fantascienza a suo agio con tematiche utopiche e femministe, autrice di culto per tutto quello che concerne immaginare il futuro. L’album si apre con “Dying of The Light”, una traccia che combina tensione emotiva e groove pulsante, trasportando immediatamente l’ascoltatore in un territorio alieno e onirico. “Off Grid” prosegue con un ritmo più serrato e accenti melodici che evocano la techno minimalista, mentre “Shrub Lyf“ rilassa l’atmosfera, intrecciando texture ariose e bassi avvolgenti. Con “Paro”, Polytunnel aggiunge una dimensione più scura e riflessiva, accentuata da una linea di basso profonda e ipnotica, mentre “Retired Speed Runner” si muove su territori più dinamici, unendo influenze house e progressioni electro per una narrazione sonora intensa. In “Amber Warning”, il mood si fa più denso e stratificato, con un sound design meticoloso che prepara il terreno per “UntArp64”, un brano che flirta con l’essenzialità, affidandosi a ritmi cadenzati e sintetizzatori squillanti. “Dopamine Dreamz” è un viaggio nel lato più melodico dell’album, con armonie intricate che si mescolano a un beat deciso, prima di chiudere con “Sommar”, una traccia eterea e contemplativa che lascia l’ascoltatore in uno stato di quieta introspezione. Un lavoro coeso, che combina eleganza formale e varietà stilistica, ribadendo la capacità di Polytunnel di rendere omaggio alle radici del genere senza mai risultare anacronistico.

 

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