È una sorta di minimalismo melodioso quello di Raymond D. Barre in questo Dans l’Œil Du Biset, edito da Nocta Numerica, un album comprensivo di otto original version in bilico fra electro, synthwave ed acid, che evoca – ancora una volta – i fantasmi degli anni ottanta. Eppure, nonostante il continuo dialogo con il passato, l’album non si limita alla nostalgia. “Smoke Detectors” apre con un groove essenziale, in cui synth limpidi e bassline arrotondate si intrecciano con leggerezza. “What To Do” accelera il passo con un’energia più subdola e ondivaga, mentre “Intelligenstialternos” si avventura in territori più discomaniacali, lasciando spazio a melodie oblique, riverberi dilatati e vocal giocattolosi. Con “Roulade”, Barre fondamentalmente la sostanza non cambia, con un basso elastico che sostiene una progressione ipnotica. For “Accidental Reasons” si muove su cadenze più sospese, giocando con armonie sintetiche che oscillano tra malinconia e distacco. In “Platring”, i richiami all’acid sono più marcati, con sequenze serrate che emergono e si dissolvono su una trama ritmica incalzante ancora condita da vocal alquanto bizzarri. Verso la chiusura, “Ominous Music Playing” introduce una tensione quasi cinematografica, un senso di attesa costruito su pulsazioni profonde e melodie circolari. L’epilogo di “Uza” allenta la presa, lasciando che il suono si sfilacci in un’eco onirica, come un’istantanea sbiadita di un futuro mai realizzato. Un album che conferma la capacità di Barre di reinterpretare il passato senza restarne prigioniero.