Sono otto original version quelle apparecchiate da Harlem Electronics – ovvero gli svedesi Martin Thomasson e Johan Skugge – per la VEYL, in guisa minimale, retrofuturista e stradaiola, in bilico fra electro, ebm e new beat. Echi industriali e pulsazioni meccaniche attraversano “Shut Your Body”, che apre il disco con un’energia ipnotica, scandita da bassline spigolose e ritmiche serrate. “Fantasy Scan” segue con un andamento più sinistro e claustrofobico, dove synth taglienti e voci filtrate creano un’atmosfera allucinata. “Blow by Blow” spinge sul lato più tipico dell’electro, con un groove incombente e venature wave. “Kiss the Steel” incalza con un incedere ancora di più primi anni ottanta, scuro e malsano, che evoca scenari urbani degradati, mentre “Dummy Up” spezza la tensione con una costruzione più elastica, tra riverberi aciduli e sequenze ancora ossessive. Anche “Sleuth” è in qualche modo debitore d’atmosfere new wave, coi suoi ritmi convulsi e le atmosfere da inseguimento notturno, che amplificano un senso d’urgenza. “Contact High” torna a giocare con groove narcotici e un incedere subdolo, tra distorsioni granulose e pulsazioni dilatate. Infine, “Wiggle Walker” chiude il cerchio con un beat incalzante e scomposto, perfetto per un club sotterraneo perso nel tempo. Con Cage, Harlem Electronics confeziona un viaggio crudo e immersivo, che oscilla tra tensione ed estasi elettronica. Un disco che non concede tregua, calibrato al millimetro per la pista, ma capace di evocare visioni distopiche anche all’ascolto solitario.