Tocca all’head honcho di Italo Moderni, Adrian Marth, andare ad arricchire il già interessante catalogo di Schrödinger’s Box, etichetta elettronica di Glasgow dal cipiglio parecchio eclettico e stravagante. Si parte negli ascolti subito con la title track, “Labyrinth Mind”, produzione elegante con una intro ambientale, scura e suggestiva che evolve malsana e ritmicamente incombente, evocativa e subdola. Se il primo brano lascia spazio a una tensione latente, “Sex Tonight” spinge con un’energia più diretta e contagiosa: le batterie serrate si intrecciano con sequenze sintetiche vorticose, tracciando una traiettoria dinamica e irresistibile. “Beverly Hills” ammicca con un’attitudine lasciva, giocando con atmosfere notturne e dettagli rétro che fanno riaffiorare il lato più decadente e cinematografico dell’estetica anni Ottanta. Con “Divine On The Late Show 88”, Marth omaggia un’icona del trash cult con una traccia che brilla di eccesso e stravaganza, senza però rinunciare a una costruzione raffinata e dal groove insinuante. L’operazione trova il suo apice nel remix firmato da Legowelt, che ne distorce la prospettiva e la proietta in una dimensione ancora più allucinata: i suoni si saturano, le trame si aggrovigliano e il beat pulsa con un’intensità ipnotica, aggiungendo una dose extra di visioni sintetiche e vibrazioni cosmiche. Un’uscita che conferma la versatilità di Marth e la capacità di Schrödinger’s Box di pescare artisti capaci di reinterpretare il passato senza risultare derivativi.