TeslaSonic – Disaster Recovery

Disaster Recovery a voler fare le pulci al romano Gianluca Bertasi, aka Teslasonic, è stata una ottima uscita in epoca Covid (era il 2021 e l’etichetta la spagnola Libertine Records). Adesso ricompare a marchio Dressel Studio, etichetta che è guidata da Valerio Lombardozzi. L’album si sviluppa su dieci tracce che esplorano con coerenza un immaginario electro dal taglio sia futuristico che rétro, in perfetto equilibrio tra ricerca sonora e attitudine club-oriented. Si parte con “Ion Drive”, una traccia che mette subito in chiaro le intenzioni dell’album: bassline incalzante, beat serrato e un tocco di mistero a permeare il tutto. “Poly Verisof” alza il livello dell’intreccio ritmico, con synth taglienti e una struttura dinamica che richiama la tradizione electro-futurista. “Alcatrack” introduce un groove più ipnotico e minimale, con suoni metallici e pulsazioni profonde a creare un senso di sospensione. “Move Out” accelera il passo, evocando scenari cyberpunk con un impianto ritmico deciso e linee melodiche sintetiche che sembrano rincorrersi. “Seldon” (con evidente riferimento asimoviano) si distingue per un approccio più cinematico e atmosferico, con una costruzione sonora che richiama scenari space-distopici. “The Bunker” prosegue su questa linea, ma con un groove più robotico e incalzante, perfetto per dancefloor davvero tendenziosi. “Mycogen” riprende il discorso narrativo con elementi IDM e ambient techno fusi insieme. Le modulazioni sequenziali creano un pattern ipnotico mentre elementi più astratti punteggiano lo sfondo sonoro. “Van Der Ziel” si distingue per l’approccio quasi scientifico alla composizione, con suoni che sembrano replicare fenomeni fisici ed elettrici, traducendo in musica principi di elettronica analogica. “Bad Blood” mescola elementi old-school e moderni, con un basso pulsante e arpeggi frenetici che rendono il brano uno dei più intensi dell’album. Chiude “Pixel”, che smorza la tensione con un’atmosfera più rarefatta e melodica, lasciando un senso di compimento e, al tempo stesso, di apertura verso nuovi orizzonti.

 

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