Dream Sequence feat. Blake Baxter – Endless Reflection

Blake Baxter, similmente a Robert Hood, è adesso conosciuto soprattutto per uno stile più morbido, vicino alla house, con un sovrappiù – nel suo caso specifico – per le vocalità sensuali, anche se agli esordi la sua musica si muoveva su territori più duri, legati alla techno classica, influenzata da industrial, post-punk e pop dell’epoca. In Endless Reflection, raccolta che riunisce materiale degli anni ’90, è proprio quella fase a tornare in primo piano. L’apertura affidata a “Dream Sequence” mostra già un’impronta essenziale e cruda, costruita su ritmi serrati e scansioni metalliche, ma con una vena ipnotica e una sensualità trattenuta che lasciano intuire quello che sarà il proseguo musicale di Baxter. “Kiss It” è invece più ritmica, incalzante, ossessiva e riconducibile a pochi ma funzionali elementi. C’è poi “The Meek”, che sorprende con la sua struttura più articolata, ricca di tensione e spigolosità, con vocal stranianti e dubby, mentre “Drum Major” è ancora declamatoria, memore d’una tradizione che attinge al gospel. Il lavoro nel complesso mantiene viva la memoria di un momento cruciale, in cui la techno di Detroit dialogava con Berlino, e in cui Baxter seppe ritagliarsi uno spazio riconoscibile, alternando potenza e introspezione. Una testimonianza importante, restituita con un suono rinnovato ma fedele allo spirito originario.

 

  • Blake Baxter – Dream Sequence (1995)
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