Sull’etichetta di casa, la Bungalo Disco, con il suo secondo album in carriera, Italo Brutalo dà vita ad un’ennesima prova di feticismo synth vintage, dando consistenza alla sua estrema padronanza analogica, dispensata fra electro, techno ed acid in dodici brani ispirati agli anni ’80, densi di venature dark wave. Rispetto al fortunato esordio Heartware, Second Horizon si presenta come un lavoro più strutturato e ambizioso, non solo per ampiezza di riferimenti ma anche per qualità di scrittura e produzione, con le sequenze che si fanno più abrasive, industriali a tratti, senza però rinunciare a quel tocco scintillante e retrò che resta cifra distintiva del produttore. Tra le tracce spiccano la sofisticata “Memory Sync”, che gioca su equilibri sottili tra melodia e tensione, l’acida “Surveillance State”, diretta e incisiva, e “I am a Creator”, nella quale i vocal robotici amplificano la dimensione sci-fi del disco. L’insieme scorre compatto, coeso, con un’identità ben delineata che non indulge mai nel puro esercizio di stile.
Un lavoro che conferma la solidità dell’artista e del progetto Bungalo Disco, tra nostalgia analogica e visione elettronica proiettata in avanti.
