Arriva il palermitano Rokko su Slow Motion – etichetta di Chieti – e il suo Manifesto Futurista mette assieme cinque original version electro davvero raffinate e intriganti, suggestive e cinematiche. Si parte negli ascolti con “Last Meeting”, a 128 bpm, che è un giusto pitch per l’electro classico, produzione ricca di sequenze accattivanti e sornione che avvolgono all’ascolto. Anche la successiva title track è intrisa di atmosfere che volgono allo sci-fi misterico, con raffinati richiami alla synth-wave e una linea di basso ben modulata che guida il flusso con eleganza. Con “Kill Bill” il tono cambia leggermente, abbracciando una leggerezza pop che non perde però in precisione formale: c’è ritmo, una vena ironica e una melodia sintetica che resta impressa senza invadere. Più fisico e incalzante è “Davide & Golia”, costruito su un’alternanza dinamica di impulsi grezzi e inserti più eterei, a suggerire un contrasto tra forze solo in apparenza sbilanciate. Chiude “Promessa”, forse il brano più emotivo, che gioca con progressioni melodiche di gusto nostalgico, sostenute da strutture armoniche ampie e luminose. Un lavoro solido e sfaccettato, capace di unire sensibilità compositiva e un’estetica ben definita, che lascia intravedere una visione chiara e personale all’interno del panorama electro contemporaneo.