Antoni Maiovvi – Knights Of New Haven

Dalla Bordello A Parigi ci si aspetta sempre il colpo gobbo, l’uscita super-retromane, strani ibridi e contaminazioni tra elettronica dance, synthwave e indie, oppure italodisco e new wave. Non si sfugge e anche in questo caso Antoni Maiovvi sfoggia un suono arioso e cangiante, che mette assieme influenze della West Coast olandese con la machine music statunitense. “Later Not Lately” apre con passo rilassato, ma ben definito, mescolando battiti leggeri e un gioco di hi-hat che ammicca alla house di Chicago e al lato più lisergico del trance. È una traccia fluida, che punta sulla costruzione atmosferica più che sull’impatto diretto, mantenendo una tensione costante ma discreta. “Slack Blabbath” si muove in modo più nervoso, articolando linee di sintetizzatore irregolari e percussioni nitide, con un taglio quasi cinematico che sembra richiamare territori sci-fi e poliziotteschi. Il remix firmato Legowelt è il vero punto di forza dell’EP. Danny Wolfers riplasma “Later Not Lately” con mano esperta, infondendogli grinta analogica e un’energia abrasiva che non snatura ma amplifica lo spirito dell’originale. I rullanti dentellati e la linea di basso TB-303 spingono la traccia verso un immaginario più oscuro e fangoso, pur restando incredibilmente coinvolgente: è un intervento che lascia il segno. Chiude “The Madness In The Method”, che avvolge l’ascolto con atmosfere più cupe, giocando con distorsioni, synth inquieti e un basso strisciante che tradisce le radici horror-disco dell’autore, ma le aggiorna con una ritmica solida e ben calibrata. Un EP che non grida ma convince, capace di evocare scenari notturni e visionari senza mai perdere il controllo.

 

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