Flug 8 – Skynet

Daniel Herrmann, aka Flug 8, dritto da Offenbach sbarca su Ran$om Note – etichetta, sito e magazine online di arte e cultura varia – mettendo in fila otto original version, che spaziano ecletticamente fra acid, electro, indie dance e techno. Skynet è un lavoro che guarda al futuro ma con la consapevolezza di un linguaggio elettronico stratificato, personale e in costante mutazione. Il viaggio si apre con “Building the Future”, una traccia che gioca sull’alternanza tra atmosfera e tensione, mantenendo un tono cinematico che introduce bene il mood dell’intero album. “Radarstation” accentua il senso di allerta e meccanicità, con synth pulsanti e una struttura che, grazie anche a passaggi estremi, si fa via via più ipnotica. “Biotech”, nella sua versione estesa, dà ampio respiro alla componente più riflessiva, con aperture melodiche che si sfilacciano su una base ritmica snella ma pregna di sfumature. “Einreise” lavora su registri più asciutti e diretti, con un tocco minimalista che spezza il flusso senza interromperne la coerenza. Poi arriva “Chinese on the Moon”, che, nonostante il titolo vagamente ironico, si muove in modo solenne, come una ballata elettronica nello spazio, con un senso di sospensione costante. “Ice Force” si mostra più tagliente e fisica, lasciando emergere le influenze electro e sperimentali, mentre “Stop the Count” è forse il momento più cupo e stratificato del disco, dove i paesaggi sonori si fondono in un racconto obliquo e disturbato. Chiude il disco “Nicht Wirklich”, già pubblicata come secondo singolo: un brano a tempo medio, meditativo, che si deforma lentamente in droni sintetici e tessiture sinistre, sostenuto da glitch intermittenti e una percussione essenziale che ne guida l’evoluzione. Un pezzo che ben riassume l’estetica sci-fi di Flug 8, ma anche la direzione più intima e destrutturata verso cui sembra muoversi. Skynet è un album che non cerca scorciatoie. Non concede facili appigli né melodie compiacenti, ma preferisce costruire un ecosistema sonoro denso, attraversato da ombre, impulsi digitali e derive spaziali. Un lavoro coerente, che conferma la maturità stilistica di Flug 8 e la solidità del suo sguardo elettronico.

 

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