Con un gancio synth-classicista – alla Jean-Michel Jarre, per capirci – “Tunnel Magnétique” conquista sin da subito, rimestando in un retrofuturismo che conserva ancora oggi tutta la sua efficacia. Atix dimostra come certe influenze possano rivelarsi tutt’altro che obsolete, muovendosi con agilità tra electro e techno, impastando soluzioni attuali con suoni che profumano di altra epoca. “Subversive Signal” riafferma il gusto per una linearità che non rinuncia al dettaglio, con sequenze sintetiche che si muovono dentro un telaio ritmico asciutto e controllato. “Dangerous” adotta un passo più serrato, quasi notturno, attraversato da pulsioni piano-house che ne accentuano l’impatto emotivo. Chiude “Cyclope”, traccia dal tono più ellittico, dove le melodie si avvolgono su se stesse in un flusso ipnotico, suggerendo un viaggio più mentale che fisico. Nel complesso, Tunnel Magnétique non si limita ad omaggiare il suono vintage, ma lo reinterpreta secondo una sensibilità contemporanea, in cui il passato diventa chiave per immaginare nuove traiettorie. Un progetto che riconosce le proprie radici senza lasciarsene imprigionare.