Gliesse – The World In A Telescope EP

Ancora alla Science Cult tessono le trame di un futuro distopico, questa volta chiamando all’appello Ilya Chunakov, aka Gliesse, che intreccia frammenti alieni di electro e IDM, apparecchiando due tracce da solo – “Observer” e “Dialogue” – e una con Lokrum, “Radio”, che chiude l’EP in maniera più serrata e ipnotica. A queste s’aggiunge uno splendido remix di Poladroid. “Observer” apre il viaggio con un equilibrio perfetto tra astrazione ritmica e iperboli sintetiche: i pattern si accendono e si dissolvono come segnali catturati dallo spazio profondo, lasciando emergere una sensibilità combinatoria fuori dal comune. Poladroid ne offre una reinterpretazione più controllata e ossessiva, dove l’originale viene sospinto in orbite più fluide, tra arpeggi e battiti che sembrano fluttuare in assenza di gravità. Con “Dialogue” la traiettoria si complica: le strutture si espandono, i suoni si stratificano in modo più denso e rarefatto. Qui Gliesse gioca sul lungo respiro, alternando momenti di sospensione a improvvise accelerazioni, in un gioco di chiaroscuri elettronici che mantiene viva la tensione fino all’ultimo battito. “Radio”, infine, arriva come un segnale criptico proveniente da qualche satellite dimenticato. La collaborazione con Lokrum introduce nuove traiettorie sonore: risonanze profonde, ritmi compatti e texture vibranti che si piegano su se stesse, come catturate da una gravità artificiale. Con The World In A Telescope, Gliesse firma un lavoro visionario e coeso, dove ogni dettaglio sembra appartenere a un linguaggio segreto che solo l’ascolto attento riesce a decifrare.

 

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